Maritozzo: un dolce evocativo

La cucina romana è nota per i suoi primi piatti; pensiamo alle classiche Amatriciana, Gricia, Carbonara, Cacio e pepe, ma poco per i dolci. Tuttavia, c’è un dolce romano talmente buono da garantire alla capitale la notorietà anche da questo punto di vista. Stiamo parlando del maritozzo! A quanti romani sarà capitato da piccoli di ricevere questo dolce come ricompensa per una prova affrontata con coraggio, come una visita medica impegnativa, o per una verifica scolastica superata con successo? O semplicemente di mangiarlo come merenda durante un piacevole pomeriggio trascorso a casa dei nonni in compagnia dei cuginetti? Questo dolce scoperto da piccoli, regala a chi lo mangia da grande attimi di beatitudine, rievocando momenti felici dell’infanzia.

Qual è l’origine del maritozzo?

Per scoprire l’origine di questo dolce appetitoso dobbiamo fare un salto indietro nel tempo. Come è noto, si ipotizza che la ricetta derivi da quella di una pagnotta, quindi di dimensioni superiori rispetto al paninetto soffice che conosciamo, preparata nell’antica Roma con i seguenti ingredienti: farina, uova, burro, sale e addolcita con miele e uva passa. Questo pane nutriente era il pasto dei braccianti che trascorrevano l’intera giornata fuori casa, lavorando nei campi. Nel Medioevo divenne l’unico dolce concesso durante il periodo del digiuno quaresimale.
Ma da cosa deriva il nome così bizzarro? Nel tempo si diffuse fra gli uomini l’usanza di regalare alle proprie future spose il primo venerdì di marzo, che equivaleva all’attuale festa di San Valentino, insieme all’anello questo dolce soffice e gustoso. Quindi la parola “maritozzo”, non è altro che la storpiatura di marito!
Grazie alla sua bontà, nel tempo questo dolce si è diffuso in altre regioni d’Italia, nelle quali la ricetta originaria è stata modificata e arricchita con altri ingredienti.

Il maritozzo a Roma

Tornando ai nostri giorni, possiamo definire il maritozzo il dolce più noto della tradizione romana. La versione classica prevede la farcitura con la panna montata, mentre quella quaresimale è arricchita di uvetta e pinoli. Partendo dagli ingredienti base ossia farina, uova, zucchero, burro o olio di semi, latte, lievito e acqua, dando spazio alla creatività con il tempo si sono sperimentate diverse varianti, compresa la versione senza glutine.
Questo soffice paninetto è talmente apprezzato, che dal 2017 a Roma è stato istituito il Maritozzo Day, che si festeggia il primo di dicembre. In cosa consiste? Durante questa giornata nei locali che aderiscono all’iniziativa, situati al centro o nella periferia della capitale, scaricando l’apposito coupon dal sito potrete gustare gratuitamente uno dei maritozzi preparati da sapienti mani artigiane, scegliendolo fra le varianti disponibili. Se siete golosi e volete assaggiare più di una versione, ne potrete prendere gratis complessivamente dieci, uno in ogni locale.

Questa delizia soffice, dolce o salata, la troviamo nei bar, nei forni, nelle pasticcerie, da mangiare per colazione o merenda. Ma data la sua bontà, il maritozzo diventa irresistibile anche come dessert.
Al ristorante Le tre zucche, dopo aver gustato una cena a base di piatti tradizionali della cucina romana, rivisitati con creatività dallo chef Fabrizio Sepe, potrete deliziarvi con un soffice maritozzo nella versione classica, o nella variante con ricotta e visciole. Se vi lascerete andare, come per incanto per pochi attimi tornerete a essere bambini…

Per prenotazioni contattateci allo 06.5560758.

Autore: Marilena Giovinazzi (Growell)

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